L’Employer Branding non è pubblicità, non state tentando di vendere merendine, ci sono in ballo le vite delle Persone.
Eppure per molte aziende non è così.
Ho appena letto infatti la sezione Career di una nota multinazionale dell’automotive e devo ammettere che da quanto scrivono lavorare da loro deve essere davvero fantastico!
Si parla di inclusività, diversity, crescita e carriera, mettono persino “le persone al centro”!
Peccato però, conosco benissimo quell’azienda da oltre 20 anni e una cosa posso affermare con certezza: le persone fuggono a gambe levate.
Ho conosciuto diversi loro HR e alcuni manager e credo di aver svolto almeno una trentina di colloqui con loro dipendenti in uscita o che tentavano di ricollocarsi e la descrizione che mi hanno dato della realtà è ben diversa da quanto si legge sulle loro pagine.
Politica aziendale esclusivamente rivolta al profitto e al clientelismo, nessun rispetto e attenzione alle relazioni interpersonali e persone trattate come oggetti.
Allora mi chiedo siamo in presenza di una truffa?
La risposta è si, e in alcuni casi pure aggravata.
Diventa un danno infatti quando con argomentazioni false e non corrispondenti alla realtà si attraggono candidati che abbandonano i loro attuali posti di lavoro dove magari stavano bene, non benissimo, per finire in un’azienda e pentirsene dopo un paio di settimane.
La aziende hanno tutto il diritto di applicare le migliori strategie di Employer Branding che ritengono opportune per attrarre nuovi dipendenti, ma non di farlo in maniera truffaldina.
Acquisire l’attenzione e poi la fiducia delle persone che dovranno lavorare con voi non può avere come primo passo una bugia.
Su che cosa costruite il futuro rapporto di lavoro su una bugia?
Le strategie di Talent Acquisition non dovrebbero somigliare a una
pubblicità, non stiamo tentando di vendere merendine con spot alla
“Mulino Bianco”, ci sono in ballo le vite delle persone.
Ma parole come fiducia e rispetto vi dicono niente?