IL COLLOQUIO DI LICENZIAMENTO

Trasforma le tue dimissioni in un
divorzio consensuale ed evita le referenze negative.

Credo che ormai sul colloquio di selezione/assunzione si siano dette e scritte più parole del necessario (e spesso a sproposito).

Non mi pare ci sia invece traccia evidente di informazioni inerenti un altro tipo di colloquio che invece risulta essere parimenti importante per la carriera di chi è costretto ad affrontarlo:

il Colloquio di Dimissioni

(o di licenziamento).

Esatto, il colloquio di dimissioni o di licenziamento.

In questi ultimi 25 anni di carriera sono stato testimone (e causa) di centinaia di “divorzi” tra aziende e dipendenti che nella maggior parte dei casi sono stati consensuali e civili.

Non sarei sincero fino in fondo se non dicessi che in alcuni casi invece si è trattato di situazioni spiacevoli che non hanno portato nulla di buono ai candidati in fase di “uscita”.

Se sei in procinto di rassegnare le tue dimissioni ti consiglio di non sottovalutare la “modalità” e la “forma” con le quali affronterai questo incontro che solitamente viene proposto dall’ufficio risorse umane, dal diretto superiore e o più semplicemente dal titolare in persona dell’azienda che in questi anni ti ha retribuito.

Toppare o arrivare impreparato a questo colloquio può significare creare risentimento ed irritazione nei tuoi confronti da parte degli ex capi e dell’azienda stessa che potrebbero tradursi in referenze negative per il tuo futuro professionale.

  • Elabora un sintetico e chiaro discorso a supporto dei motivi che ti hanno spinto a rassegnare le dimissioni incentrandolo su positività, crescita personale e soddisfazione reciproca.
  • Sii pronto a sostenere le ragioni delle tue dimissioni anche in caso di una contro-offerta. Accettarla significherebbe solamente procrastinare il tuo licenziamento alla prima occasione, risulterai infatti un mercenario, un dipendente sul quale fare poco affidamento.

Potrebbe succedere che ormai sei percepito come un traditore della causa e quindi sarai incalzato con domande ficcanti e curiose sul “dove” e “come” andrai a svolgere le tue mansioni nella tua nuova azienda. Non rispondere a provocazioni di nessun genere, al contrario riconduci sempre il discorso su note positive e atteggiamenti collaborativi.

Il motivo dominante di certe rotture è proprio il tradimento, quello percepito. L’azienda si sente nella posizione di aver investito su di te mentre al contrario tu la stai abbandonando per saltare su un altro carro. Questo anche se comprensibile a volte può sembrare insopportabile.

Esistono poi motivazioni personali che ti possono aver condotto alla ricerca di un’altra posizione lavorativa che sono attribuibili ad un disagio tuo nei confronti dell’azienda stessa o di alcuni suoi componenti (capo, colleghi o altro) ma non è comunque questo il momento per ribadire la tue ragioni o rimostranze.

In questi casi evita assolutamente lettere di dimissioni scritte che contengano elementi polemici o eccessivamente critici, non servono a nulla e lasciano tracce che in futuro potrebbero risultare scomode.

Assicurati invece di:

  1. aver informato e coinvolto i tuoi diretti superiori nel tuo processo decisionale e di aver mantenuto un atteggiamento positivo e ampiamente collaborativo;
  2. aver concluso tutti i lavori e portato a termine gli incarichi che ti erano stati assegnati, riattribuendoli al team che dovrà proseguirli dopo averli riorganizzati;
  3. abbandona il tuo posto di lavoro solamente dopo aver comunicato a tutto il tuo staff, con singoli colloqui personali, le ragioni della tua decisione, lasciando parole di sprono e motivazione a proseguire nella loro missione. Non denigrare mai quelli che “restano”, risulteresti ostile ed insopportabile, sino a ieri infatti eri parte del team e del progetto pure tu e le cose parevano andarti bene.

Se è vero che le persone si ricordano di te per la prima impressione che ricevono io aggiungo che in caso di dimissioni è importante l’ultima impressione che lasci loro, in quanto sarà su quella che si baseranno eventuali future referenze.

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