Non ho mai amato la preistorica pratica delle referenze e raccomandazioni, specialmente non l’ho utilizzata nei confronti dei candidati che ho collocato.
Credo che oggi, che le caratteristiche personali equivalgono a quelle professionali, non siano rivelatrici di alcunché.
Ci sono state situazioni dove per conoscenza personale ho acquisito informazioni su candidati che ho gestito e sulle loro performance nelle aziende dalle quali stavano “fuggendo”.
Il più delle volte le referenze negative nascevano dalla eccessiva capacità critica ritenuta lesiva anziché vantaggiosa dai precedenti capi.
Altre invece ho ricevuto riscontri così positivi da far dubitare che l’unico motivo fosse quello di liberarsi velocemente del candidato.
In sostanza quella che può essere una caratteristica negativa per un capo ed un’azienda diventa improvvisamente positiva e strategica per un’altra.
Il mio scopo è quello di interpretare correttamente l’esigenza ed il clima aziendale e cercare il miglior candidato per soddisfarle, senza guardarmi indietro od ascoltare voci che potrebbero essere fuorvianti.
Ci sono manager che preferiscono circondarsi di Yesman mentre altri stimolano la criticità e gli aspetti più costruttivi dei propri dipendenti.
Voi utilizzate referenze?
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