ma per l’assenza di riconoscimento.
Non è la fatica a spegnere la motivazione, ma la sensazione di essere invisibili.
Puoi chiedere impegno, straordinari, dedizione.
Ma se tutto questo passa inosservato, se ogni sforzo sembra scontato e mai apprezzato, alla fine le persone smettono di metterci il cuore.
La stanchezza si supera con il riposo.
La demotivazione, invece, è un veleno sottile che corrode giorno dopo giorno.
Molti leader che ho incontrato danno per scontato il lavoro dei propri collaboratori.
Pensano che lo stipendio sia sufficiente a mantenerli motivati.
Ma il denaro paga le bollette, non accende l’entusiasmo.
Il riconoscimento, invece, è gratuito e potentissimo.
Un “grazie” sincero, un complimento mirato, un feedback costruttivo: piccoli gesti che fanno sentire una persona vista, valorizzata, importante.
E quando una persona si sente importante, dà il meglio di sé.
Fermati a pensare un attimo e guardati attorno: quanti talenti si sono spenti nella tua azienda?
Quante persone, che un tempo erano entusiaste, oggi lavorano col pilota automatico?
Il problema non è il carico di lavoro.
È la delusione di non sentirsi apprezzati.
Se vuoi un team motivato, non servono bonus faraonici.
Serve cultura del riconoscimento.
Serve oggi ed è gratis.
Non sei d’accordo?
