COME VALUTARE UN HEAD HUNTER

Metti in croce un Head Hunter. 3 modi per sapere quanto vale.

 

Non sono ancora le 11 di mattina e la mia e-mail box contiene già ben 4 messaggi provenienti da sedicenti Head Hunter e società di ricollocamento.

Il testo di accompagnamento è pressapoco lo stesso e sponsorizzano profili professionali di (sovente), ignari candidati che, al contrario, immaginano di essere gestiti e trattati con un livello di riservatezza decisamente superiore.

Ma chi ve li ha chiesti, che fate tentata vendita?

Non è bello e non mi piace.

Per questo motivo adesso buttiamo giù in poche righe quella che magari potrebbe essere

una utile checklist con qualche punto fondamentale che un Head Hunter (vero) deve possedere.

Sul “cosa sono” e “come lavorano” gli Head Hunter ho già scritto e raccontato nel post “Non mandarmi il tuo Curriculum Vitae, brucialo!” ma adesso potrebbe essere giunto il momento di avere una mini-guida per la valutazione del tuo Head Hunter personale.

Breve riassunto per i più distratti e per chi è arrivato oggi:

– non tutti i recruiter sono Head Hunter,

– alcuni Head Hunter sono meglio di altri (vedremo perché),

– gli Head Hunter non lavorano per te,

– se sei il candidato “giusto” per un Head Hunter ha più bisogno lui di te che non il contrario

 

Detto ciò, fatti furbo.

Ribalta per un momento la situazione e comincia a considerare di essere tu a dover valutare e soppesare l’Head Hunter che ti ha contattato, piantandogli i chiodi della croce uno dopo l’altro.

Valutare correttamente un Head Hunter ti consentirà di evitare le spiacevoli situazioni che probabilmente ben conosci quali:

– la perdita di tempo in una trattativa infruttuosa che non arriverà mai alla tua presentazione in azienda,

– la divulgazione selvaggia e poco elegante di informazioni inerenti la tua situazione professionale,

– la creazione di false aspettative in un momento emotivo nel quale ne potresti

volentieri fare a meno.

 

Scena:

[ …suonano al campanello della tua azienda/casa si presentano due individui in divisa e ti chiedono di entrare qualificandosi come forze dell’ordine o roba simile. Di tutta risposta apri e fai accomodare, magari fai pure il piacione perché presagisci odore di multe e sanzioni….]

SBAGLIATO! Imbambolato dalla divisa e dai riflessi condizionati fai l’opposto di ciò che andrebbe fatto, ovvero richiedere un tesserino di riconoscimento accompagnato da un documento di identità ed ovviamente di poter visionare il foglio di servizio (cartaceo) che riporta il motivo della visita o dell’ispezione.

La stessa cosa avviene nei confronti degli operatori professionali in ambito salutistico.

Professoroni e primari che ti spremono centinaia di euro per visite di qualche minuto lasciandoti con la certezza di essere in buone mani solamente perché gli ambulatori sono sfarzosi mentre magari approfondendo il loro curriculum scopriresti che sono stati cacciati a pedate nel sedere per incapacità dall’ultima clinica dove hanno praticato.

E allora perché non fare la stessa cosa con un Head Hunter?

Quando al telefono ti contatta o quando sei invitato per una chiacchierata informale e riservata?

Capisco che spesso oltre ai riflessi condizionati di cui sopra, cominciano a far sentire il loro peso le ansie e le preoccupazioni che la tua traballante situazione professionale genera.

La stessa incidenza di sicuro è da attribuire al mutuo della casa e alle spese del dentista dei tuoi figli, la rata dell’auto, il canone Sky e perché no la parcella del chirurgo plastico di tua moglie, ma ti assicuro che ci dovresti porre un po’ di attenzione.

Fai come ti pare.

Se vuoi la mia ricetta diciamo che ti posso consigliare almeno 3 aree da indagare senza porti il benché minimo problema.

 

#1 Esperienza:

Hai tutto il diritto di sapere con chi stai parlando e quale sia la preparazione e l’esperienza di colui che stringe i tuoi testicoli fra le mani.

Fai domande precise e pretendi risposte precise.

Qual è il suo percorso formativo, da quanti anni svolge il mestiere, ci sono aree o profili professionali nei quali è maggiormente specializzato?

Chi sono i suoi clienti? Chi ha collocato recentemente e dove?

Lo scopo di tali domande è ovviamente quello di ottenere risposte pertinenti la “storia” dell’Head Hunter, ovvero; hai di fronte un “impiegato che svolge funzione di recruiter” o un vero e proprio professional?

 

# 2 Efficacia:

Sei deluso dal fatto che l’Head Hunter non ti richiama?

Te lo ripeto per la centesima volta; se tu sei il candidato giusto per chiudere la ricerca alla quale l’Head Hunter sta lavorando stai certo che diverrai la sua preda più ambita e non mancherà di farti sentire le sue attenzioni, ha solo da guadagnarci!

Se non ti considera è perché mai e poi mai potresti arrivare alla fine del percorso di selezione, quindi ritienilo come un favore nei tuoi confronti il fatto di non crearti false aspettative o peggio, di utilizzarti come candidato tappabuchi per potenziare e valorizzare la candidatura di un altro candidato.

I miei clienti mi apprezzano soprattutto perché mi sono costruito un reputazione negli anni e l’ho fatto facendo semplicemente una cosa: ho garantito loro che i candidati presentati erano migliori ed i più in linea con le esigenze delle loro aziende.

Il mio chiodo fisso è presentare il miglior candidato disponibile, l’unico, il candidato perfetto. Sempre.

Sbagliare le presentazioni anche solo raramente incrinerebbe inesorabilmente la mia efficacia che è basata come ti ho detto nel rispettare le aspettative del mio cliente.

Se hai letto il mio post “Non mandarmi il tuo Curriculum Vitae, brucialo! saprai che un Head Hunter solitamente è colui che ti cerca sapendo già chi sei ed avendo già maturato delle valutazioni di base sulla tue potenzialità. Se non è così o sei di fronte ad un reclutatore generalista o hai appena ottenuto una risposta di cortesia che ti invita a mandare un CV ma nulla di più.

Il miglior modo di valutare l’efficacia di un Head Hunter è verificarne la coerenza. Se ti ha detto che ti richiama, lo farà entro i termini stabiliti, mai dopo.

 

# 3 Relazione:

Un Head Hunter instaura relazioni (a volte decennali).

Non più di qualche mese fa ho collocato un HR Manager con il quale intrattenevo un amabile rapporto di conoscenza da oltre 15 anni.

Sapevo tutto di lui, della sua carriera, del suo ruolo. Ne conoscevo i punti deboli e quelli di forza, sapevo esattamente in che tipo di azienda avrebbe potuto dare il meglio di sè e in quale invece sarebbe stato un tremendo flop.

Ho lavorato sulla relazione ed è stato un magnifico e fruttuoso inserimento.

Stanne certo: un Head Hunter se ne infischia del tuo curriculum vitae, sa già chi sei.

Se così non è, sei entrato nel tunnel del selezionificio di qualche recruiter-ragazzino che segue alla virgola la regola “telefonata-curriculum-colloquio”. Lasciate stare.

 

Conclusione:

Prima di farti gestire da un Head Hunter non avere timore di valutarlo attentamente perché metterti nella mani sbagliare può essere devastante per la tua carriera.

 

Ah, un’ultima cosa molto importante; per abitudine noi Head Hunter abbiamo una memoria di ferro.

Se fai del tuo meglio per facilitarmi in qualche ricerca stanne pur certo che mi ricorderò di te.

3 Commenti

  1. Grazie per aver ancora una volta spiegato chiaramente la differenza fra head hunter e semplici recruiter, capita la quale diventa facile non crearsi aspettative eccessive.
    Good life!

  2. Uomini solo uomini e nient’altro! Capito questo ci poniamo sullo stesso piano e siamo in diritti di richiedere tutte le garanzie che vogliamo.

  3. Bisogna vincere la sensazione di sudditanza che normalmente si subisce durante un colloquio. Purtroppo non è semplice ma concordo con i suoi consigli!!!
    Grazie sono preziosissimi.

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