TU TI ASSUMERESTI?

Personalmente affronto la fine dell’anno lavorativo in una maniera atipica; mi licenzio.

Dopo averlo fatto, mi sottopongo ad un colloquio di selezione e solamente se l’esito di tale colloquio è positivo mi propongo di essere nuovamente assunto nei mie panni per ricoprire ancora il mio ruolo professionale.

Sono giudice severo, obiettivo e soprattutto imparziale in quanto dalla mia decisione deriverà il benessere mio e della mia famiglia per prossimi anni e siccome credo che nessuno mi conosca meglio di me so di non poter bluffare o barare in alcun modo.

Quello che indago nel corso del mio auto-colloquio non sono le conoscenze tecnico-formative inerenti la mia attività ( spero scontate in quanto il contrario sarebbe l’esclusione dal mercato ), ma le “cose” che solitamente non sono contemplate in una tradizionale lettera di assunzione.

Come ho letto recentemente in un bellissimo articolo a firma di Mario Sassi quello che colpisce nelle lettere di assunzione è la totale mancanza di descrizioni sul “come” si richiede vada svolto il lavoro, mentre sono presenti in eccesso “quanto”, “quando” e “cosa” ci si aspetta da noi.

Ed é proprio sul “come” intenderei svolgere il mio lavoro se venissi assunto da me stesso è imperniato il mio dialogo interno.

Sono disposto ad impegnarmi in questo lavoro per migliorarmi come persona prima ancora che come professionista, mettendo in gioco energie, passione e capacità personali al servizio dei miei clienti?

 Il lavoro che mi sto offrendo riflette al meglio quelle che sono le mie profonde convinzioni ed ideali? Solamente in questo caso sarà possibile portarlo ad un livello superiore di integrità.

 Sono sicuro di potermi spendere senza risparmio a garanzia della qualità delle mie prestazioni?

 Sono in grado di operare con spirito di servizio sapendo che esso è alla base di ogni lavoro onesto offrendo alle persone qualcosa che potrebbe migliorare la loro vita?

…sono il genere di domande alle quali mi sottopongo.

Se le risposte sono soddisfacenti sono felice di sottoscrivere nuovamente un contratto di assunzione con me stesso consapevole che con questo approccio il mio stipendio sarà sempre garantito dall’Universo a prescindere dalla crisi, dal mercato e da quale cliente il prossimo mese staccherà il suo assegno.

In caso contrario capirò che è giunto il momento di lasciare ad altri più motivati, capaci e proattivi il mio posto nel mondo del lavoro.

Pensi che quello che stai leggendo non ti riguarda perchè sei un lavoratore dipendente? Ti sbagli.

Siamo tutti imprenditori e tu sei il CEO di te stesso.

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