TU CHI ASSUMERESTI FRA QUESTI DUE ?

massimo rosa

 

È probabile che tua azienda dovrà affrontare a breve tempeste commerciali e riorganizzazioni che richiederanno polsi saldi, ma soprattutto risorse e uomini abituati a lottare.

Se dovessi assumere un nuovo dipendente scegliendo fra laureato presso una blasonata Università, con master ed esperienza in multinazionale e un laureato di un ateneo statale di umili estrazioni chi sceglieresti?

Chi sarà più idoneo a lottare?

Cosa succederà quando la crisi si paventerà e l’azienda chiamerà i dipendenti alle armi? Lascio che a rispondere sia Regina Hartley , Direttore Human Resources di UPS, che nel suo intervento TED ( https://lnkd.in/gWQgJrz ) parla di candidato tipo “Cucchiaio d’Argento”, che ha evidentemente dei vantaggi ed è destinato al successo e candidato tipo “Combattente”, quello che ha dovuto lottare contro le condizioni avverse per poter arrivare allo stesso punto del primo.

Entrambi perfettamente qualificati, ma il primo che ha una intera vita progettata per il successo, come farà ad affrontare i momenti difficili?

Il secondo invece solitamente destinato al fallimento stranamente sopravvive perché abituato alla lotta.

Regina non ha dubbi, sceglie e consiglia di scegliere il candidato “Combattente”.

Tu che faresti e perché?

16 Commenti

  1. Farei un colloquio con entrambi,a parita’ di cv, per conoscerli in modo da verificare eventuali pregiudizi sul prestigio delle scuole frequentate…anche il pensiero che uno sia per forza un combattente se proviene da un determinato contesto e’ un pregiudizio.
    Ma non posso tralasciare quello che scrive Gladwell in “Davide e Golia”! Vedere come uno se l’e’ cavata e se la cava con le sfide della vita e’ determinante.

  2. C’è un pregiudizio disarmante in questo articolo. Pochi sanno che per entrare in (e uscire da) una scuola di primo ordine, prima dei soldi servono palle. Al mio MBA, nella top 10 del mondo, entrarono il 25% degli aventi i requisiti (61 persone su 5 Continenti). E in generale, gli aventi i requisiti sono meno del 5% dei laureati (già il dover conseguire all’IELTS un punteggio di 7.0, e al GMAT uno nell’intorno di 700, butta fuori la stragrande maggioranza dei candidati). Se manca anche solo 1 requisito, non si entra. Si pagasse anche il triplo. Lato economico, io e i miei compagni sborsammo i soldi da fondi nostri o dietro obbligo di pagare rate alle banche per anni. Io mi sono laureato e specializzato lavorando e con famiglia, studiando necessariamente di notte, nei week end, nelle pause pranzo, sfruttando ogni momento anche solo per un calcolo mentale, con un’organizzazione degna del più rigido degli eserciti. Per anni. E conosco storie ben peggiori della mia, di gente semplicemente straordinaria. A chi non sa, e certe sfide non le ha affrontate di persona, non resta che chiamare nababbo chi proviene da una scuola prestigiosa. Diversamente, saprebbe che il vero combattente si vede in battaglia, ovunque abbia scelto di formarsi.

  3. mi spiace essere disfattista, ma sono puttanate!!!!! io sono il tipico combattente che è sempre uscito da crisi e problemi.. ma in tutti i colloqui svolti, ho solo raccolto una MARE di complimenti da tutti… ma hanno sempre scelto il neoplurilaureato per questioni di giovinezza, salario più basso e futuro più lungo….. (io ho 44 anni)….. quindi cerchiamo di capire la realtà della vita, prima di pontificare senza vedere come si muovono le realtà sul campo

  4. L’indole del combattente può appartnere ad entrambi, è la forza della motivazione a combattere che genera il criterio della scelta.

  5. Questo post è nonsense… bisogna valutare le attitudini e approfondire i background per capire chi ha determinate qualità e lo scrive uno che considera l’università pressoché inutile se non in casi di necessità formativa come può essere ingegneria o medicina

  6. Il primo mi sembra tanto figlio di papà, università e tutta quell’altra roba.. il secondo lo vedo con le maniche tirate su, più voglia di lavorare e con una programmazione nei minimi particolari.. l’abito assolutamente non fa il monaco…

  7. Il fatto che siano laureati non ha senso.
    Le esperienze estere cambiano gli orientamenti ed aprono gli orizzonti.
    Farei colloqui per capire quali soft skill sono in possesso delle 2 risorse, pungolando, provocando e ascoltando l’esito delle provocazioni.
    Scelgo sempre nei miei colloqui la risorsa che decide di “Fare l’esperienza ” che propongo.

  8. Grazie Signor Rosa, interessante per chi, come me, lavora dall’età di 16 anni e si è laureato in Università pubblica.
    Tira su il morale 😊

  9. Se una persona non ha avuto il denaro né per la famosa università né per quella meno rinomata e quindi possiede solo il diploma ma si sta impegnando con tutto se stesso, facendo esperienze, abbassando la testa ed accettando anche il peggio solo per andare avanti e raggiungere un obiettivo, non è un candidato che può essere considerato?

    Immagino che solo coloro che hanno avuto abbastanza denaro per studiare all’università meritino lavori decenti.

  10. Poi, parlando del caso italiano… i silver spoon vanno all’estero e fanno arricchire gli stati esteri; i “combattenti” restano in italia e la fanno fallire

  11. Le persone ritenute ideali da un cv e un colloquio, vanno provate per capire se possono ricoprire un determinato ruolo. Di cv montati come la panna ce ne sono veramente tanti che un biglietto da visita a posto di un cv forse è meglio.

  12. Tutto dipende dalle attitudini e dall’ atteggiamento personali, non dell’estrazione sociale. Sicuramente chi è abituato a “lottare” per ottenere qualcosa, davanti alle difficoltà avrà un atteggiamento proattivo e volto a superare la difficoltà del momento. Per chi non ha avuto la “fortuna” di trovarsi in momenti di sfida, credo che abbia tempi di reazione diversi, come diverso sarà l’approccio alla difficoltà. L’ingrediente indispensabile, come dici tu Milena Martinato , è la motivazione e la voglia di mettersi alla prova.

  13. Per mestiere lavoro con le parole,ma quante parole e commenti inutili! L’istinto,se sei bravo a,leggerlo la fa da padrone,il curriculum lo avete in mano, mettete alla prova la persona e stop

  14. Ok, io proverei una strategia Montecarlo su coppie di candidati (p=0.5). Chissà se la mia strategia funziona meglio di quella di Regina Harley nel long run?

  15. Mi sembra che tutti fate il processo alle intenzioni. In una società dove non esiste più un assunzione a tempo indeterminato questa scelta è senza senso. Io sono per la capacità di fare gruppo e questo non lo può insegnare nessuno se non il tempo

  16. Non ho letto, mi sono basata solo l’espressione del volto per non farmi condizionare da quanto scritto nel post. Chi è improntato alla lotta sgomita e fa sgambetti, non sempre positivi a livello di sopravvivenza di un’ azienda. Bisogna cercare di andare avanti, uno abituato a cercare il successo farà sempre del suo meglio per raggiungerlo. Valutare è difficile, ma occorre tenere presente se uno è più o meno collaborativo all’interno del gruppo.

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